torna
indietro
"SOLSTIZIO
ETERNO" - parte seconda - 
Il portale è costituito da un rettangolo inferiore, i battenti
(ingresso per gli esseri terreni, di questo mondo) e da un semicerchio
sovrastante, sotto larcivolto, raffigurante il cielo, il sacro.
Il primo richiama la navata, rettangolare, anchessa destinata ai
terreni, laltro, semicircolare, richiama labside, la sancta
sanctorum, il mondo del sacro. La simbolica dellarchitettura romanica
sta sotto il segno del rapporto tra quadrato e cerchio, tra il manifestato
e il non manifestato, tra il profano e il sacro.
Sul portale superiore è raffigurato, nel romanico del XII secolo,
Cristo in gloria, re e giudice, con le braccia aperte, benedicente. "Io
sono la porta", dice limmagine. E circondato dal tetramorfo,
i quattro viventi, gli Evangelisti, ciascuno raffigurato col suo simbolo:
sono i custodi del tempio della nuova Legge. Infatti, chi varca la soglia
del portale passa dalle vecchia legge, che rimane fuori, nel prenartece,
per entrare nel mondo del nuovo testamento. Liconografia è
rigorosamente divisa secondo la sua provenienza: fuori, sui battenti e
nel prenartece, soggetti e simboli riguardanti lAntico Testamento,
dentro il tempio immagini ispirate dal Vangeli; mentre su alcuni portali
monumentali oppure sulla parete ovest allinterno della chiesa sono
presenti scene del giudizio universale di ispirazione giovannea.
Il Cristo del portale romanico è solare, sempre in gloria.
Appena un secolo dopo, nel gotico, è sostituito da un Cristo in
agonia, crocefisso. Profondo mutamento di mentalità teologica:
al "Cristus vincit" del romanico seguirà il "Cristus
Victus".
Luomo Dio sconfitto dalla morte prenderà il posto
del Dio uomo che sconfigge la morte. Il mondo solare si oscurerà.
I difensori del gotico parlano di una "umanizzazione" del Cristo
che soffre e muore come noi, trascurando lessenza del cristianesimo
che non è fondata sullagonia di Cristo, ma sulla sua resurrezione.
Mutano anche certi caratteri delliconografia. I capitelli e le grondaie
del tetto si riempiono gradualmente, nel gotico, di orrendi mostri. Allinizio
del rinascimento il tribunale ecclesiastico chiamato inquisizione diventerà
istanza di supplizi; lintransigenza prende il posto del dibattito
teologico. Non sembra paradossale che linquisizione arriverà
allapogeo proprio nel Rinascimento, in nome delluomo decretato
"centro delluniverso?" E come si spiega che un certo scrittore,
Umberto Eco, abbia scelto come sfondo del suo scritto ("Il nome della
rosa") proprio questo periodo fosco del medioevo, con la sua decadenza
spirituale, e non il solare XII secolo di armonia meditativa e fertile
ricerca della conoscenza in tutte le direzioni? Certamente non si può
spiegare soltanto col suo poco amore per il vero medioevo, il secolo bernardiano
della fioritura su tutto il continente dellarchitettura romanica
e della sua mirabile arte. Bisognerebbe conoscere i suoi segreti legami
con quelle istanze nascoste che hanno operato un così grave mutamento
nellequilibrio spirituale delluomo.
Limportanza simbolica della porta è immensa: tramite essa
si accede alla rivelazione. La sua decorazione riveste un ricco significato.
E come una porta specchio che riflette le armonie del creato
e, nello stesso tempo, introduce ai misteri. Entrando nella chiesa romanica
si entra per la porta maggiore del cuore stesso delluniverso. Bisogna
entrare preparati a saper decifrare, su questo percorso iniziatici che
va dalla porta allaltare, queste "pietre miliari" del
cammino verso Dio che sono i simboli, scolpiti sui capitelli, affrescati
sui muri o sulle colonne, espressi nelle vetrate, sui cibori, nei mosaici
parietali e sui pavimenti. Ma, prima di entrare, prima dincamminarsi
sullasse longitudinale che conduce allaltare, dobbiamo fermarci
su un suo particolare significato: lorientamento.
Il tempio romanico è orientato, labside guarda verso loriente,
verso la luce del sol levante. Per estensione la parola latina orientatio
si riferisce alle sue coordinate che determinano il rapporto chiesa
cosmo: lasse orizzontale est ovest, e lasse verticale,
laxis mundi. Il costruttore può scegliere lorientatio
dellasse orizzontale, laxis mundi invece è implicita
alla condizione mistica delledificio. Per sottolineare limportanza
che si dava nel primo romanico allorientatio orizzontale, racconterò
un esperienza personale. Finito il restauro del rudere di una pieve cistercense
del Mille, a Gallese, dove abito, mi sono fermato a osservare con attenzione
comè orientata. Mettendo la bussola sullasse orizzontale
del pavimento, ho constatato che lasse no corrispondeva con lest
magnetico. Essendo una pieve lontana dallabitato, non era condizionata
dal collocamento urbanistico. Perché allora non è orientata
verso lest geografico? Al momento pensai che il contadino costruttore
di questa chiesa povera, non conoscendo la bussola, la orientò
ad occhio: dopo un po di tempo scoprii con stupore che lasse
orizzontale è orientata verso il punto dellorizzonte in cui
sorge il sole nel giorno del primo maggio, festa dei patroni SS. Filino
e Giacomo di questa chiesa. Le misurazioni interne mi hanno confermato
il rigore delle proporzioni squisitamente cistercensi basate sul multiplo
del quadrato e del cubo.
Sto pensando a certe chiese di oggi, chiamate da Hans Sedlmayr "garages
per le anime" costruite dalla nomenclatura laica che conta, che non
sono né orientate, né minimamente sfiorate da intenzioni
simboliche. Veri parcheggi urbani per soggetti solitari anacronistici
Lorientatio
tradizionale verso il sol levante non è nel romanico una regola
assoluta. In certi casi particolari lasse orizzontale passa su un
meridiano nord sud, labside si affaccia verso il nord, in
direzione della stella polare. Questo astro che conclude la costellazione
dellOrsa maggiore è antichissimo punto di riferimento nella
cultura del sacro. Essendo in senso astronomico lunica stella fissa
dellemisfero boreale, il perno attorno a cui ruotano tutte le altre
costellazioni è stato considerato il centro mistico del mondo conosciuto.
Faro che indicava il nord ai navigatori, era avvolto dallaurea del
mito primordiale: piede del trono di Dio, porta del paradiso. Ogni chiesa
romanica, anche se non "orientata" verso nord, era collegata
simbolicamente con la stella polare da unasse cosmica.
Appena entrati nella navata il piede tocca sul pavimento quel curioso
disegno fatto da tasselli di pietra chiamato il Labirinto, il guardiano
delle verità custodite contro i "Demoni del deserto",
i non eletti, difensore del Centro, a cui stiamo per avvicinarci. Significa
"la via difficile" verso la Verità. Il più grande
ancora conservato si può vedere a Chartres. Molti sono stati distrutti,
eliminati, considerati stupidi giochi per bambini. Col tramonto del medioevo
saggio, nelloscuramento della ragione mistica, il senso del labirinto
si è perso. In certi casi "benefattori" della chiesa
hanno finanziato la distruzione del labirinto per sgomberare il tempio
dalle tracce dell"oscurantismo". Da allora la nostra società
occidentale ha preso davvero la via difficile di un labirinto in cui si
è arenata nei meandri della propria ignoranza spirituale.
Varcare la soglia, passare dalla vecchia alla nuova legge, è il
primo tema simbolico che ci introduce nel tempio. Il capitello conservato
a Autun raffigura "Il mulino mistico", nel trapezio di pietra
la composizione è disposta su due registri: sopra un personaggio
(mosè), chinato su un piccolo mulino con la ruota segnata dalla
croce, versa da un sacco il grano. Sotto, laltro personaggio (san
Paolo) raccoglie la farina. Significato: Mosè mette il grano grezzo
della vecchia legge nel mulino del cristianesimo, mentre San Paolo raccoglie
la farina bianca della legge nuova per espanderla nel mondo. Esemplare
simbolo che riassume il passaggio dal vecchio al nuovo Testamento.
|